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Viaggio della speranza #1

Robin- Devon © Antonella Papa

Inizio così… un po’ per rompere il ghiaccio, un po’ perché prima o poi dovrò cominciare a scrivere qualcosa qui, il momento sembra essere propizio quindi armiamoci di coraggio e partiamo!

Ecco appunto, parliamo di partenza. La partenza per il ritorno. Il ritorno a casa.

South Devon, 8 febbraio 2021. Quasi mezzogiorno. Una splendida giornata di sole (proprio quando me ne devo andare ovviamente). Fredda, freddissima, però.

Dopo 36 giorni di Inghilterra forzata (ma ci tengo a precisare molto piacevolmente forzata) causata da nuovi Dpcm, provvedimenti governativi per le misure di emergenza sanitaria internazionale e ripetute cancellazioni di voli aerei (le chiamerei più esattamente volatilizzazioni aeree), arriva il fatidico giorno della partenza. Molto a malincuore, e non lo dico per la giornata di sole, ma perché stavo salutando il mio ragazzo senza avere nessuna certezza sul come e quando avremmo potuto riunirci di nuovo, arranco sul treno direzione Reading, con due grandi valigie e zainetto sulle spalle.

Due ore di viaggio tranquillo, il treno è praticamente vuoto. Oltre alla tristezza, però, sono pervasa dall’ansia di sbagliare binario e di perdere il treno successivo alla prossima stazione, o di non capire dove andare, come se non avessi mai viaggiato in vita mia. In effetti ci sono dei precedenti, ma questi ve li racconterò in un altro momento.

All’approssimarsi della stazione di Reading, vedo volteggiare piccoli fiocchi di neve . Che bello, guardo con stupore i fiocchi posarsi delicatamente sul finestrino, meravigliose micro strutture di particelle di ghiaccio che vorrei tanto fotografare.

Ma è arrivato il momento di scendere. Mi catapulto giù dal treno con tutto il bagaglio e inizio a girare come una trottola cercando di capire dove andare. Meno male che esistono le scale mobili!

Salgo sul treno giusto, direzione Hayes & Harlington. Anche questa è fatta!

La nevicata si fa più consistente e non mi dispiace affatto. Raggiungo con successo la seconda destinazione. Scendo dal treno con le mie due grandi valigie, quando, improvvisamente, ho una strana sensazione di gelo sulla schiena… porca paletta! LO ZAINETTO! Ho lasciato lo zainetto con tutto il mondo dentro sul treno!!! Passaporto, carta d’identità, euro, sterline, iPad, una fotocamera, carta libretto postale, cibo (soprattutto), un hard disk esterno ssd con il back-up del mio portatile, pen-drives, appunti di passwords, cavetti vari, auricolari, patente di guida, pasticche x il mal di testa…

Un brivido mi percorre la schiena e non è per il freddo stavolta… mi volto… Il treno è già scomparso all’orizzonte.

Non so che fare, ho come la sensazione di aver perso una parte di me, un braccio, una gamba, ma come ho fatto??? Tutti i documenti di identità… non so nemmeno immaginare la burocrazia che dovrò affrontare per richiederli tutti di nuovo… e poi, come torno a casa? Chiedo immediatamente aiuto ad una ragazza di servizio in stazione bussando al suo gabbiotto. Lei, gentilmente, chiama la sua collega a London Paddington, capolinea, e le chiede di cercare il mio zainetto sul treno in arrivo. Mi esorta a stare calma. E’ una parola!

Panico! Nevica! Inizio a pregare. Che nessun malintenzionato tocchi quello zaino o sarà fulminato!

Il tempo passa… minuti che sembrano secoli. Chiamo al telefono David, disperata e in lacrime, e gli chiedo aiuto. Lui lascia una segnalazione dello smarrimento dello zaino alla stazione di Paddington. Non può fare altro per il momento. 

Ma dopo un quarto d’ora (interminabile), inaspettatamente David mi richiama e mi dice di stare tranquilla, che tutto è risolto, che un gentleman ha rinvenuto il mio zaino sul treno e ce l’ha con sé. Tutto questo nello stesso istante in cui la ragazza sta per dirmi, con un’espressione di dispiacere stampata sul volto, che la sua collega a Paddington non ha trovato nulla. Le comunico la straordinaria notizia del ritrovamento e la ringrazio di cuore per l’aiuto.

Relax now! Un gentiluomo di nome Altin mi porterà lo zaino alla stazione di Hayes & Harlington entro un paio d’ore… incredibile! Phew! Preghiere ascoltate!

Dopo un momento di esitazione, decido di non aspettare lì il ritorno del mio amato zainetto e prendo il treno per Heathrow terminal 2 & 3 dove ho prenotato l’hotel per la notte e il test Covid antigen, obbligatorio prima del volo. Il freddo boia mi ha convinto a non aspettare due ore in stazione. Raggiungo il binario, sempre arrancando su scale interminabili e non mobili, prima in salita e poi in discesa con il peso totale di due valigie di 30 kg. La mascherina oramai è inservibile, dato il fiatone e le lacrime (disperazione e gioia).

Dopo solo una fermata arrivo ad Heathrow terminal 2 & 3. Raggiungo l’hotel transitando in lungo e in largo un aeroporto deserto. Il ragazzo alla reception mi chiede il passaporto che naturalmente non ho… gli spiego la situazione, comprende quanto accaduto e mi consegna la chiave della camera, a patto che gli mostri il passaporto più tardi.

Decido di recarmi ad effettuare il Covid test un’ora prima in modo da poter raggiungere all’ora stabilita la stazione di Hayes & Harlington per incontrare Altin il gentiluomo, e poter recuperare il mio agognato zainetto. Giro a vuoto per circa 35 minuti il terminal prima di trovare il luogo giusto. Non c’è anima viva a cui chiedere e quel qualcuno al quale ho chiesto, mi ha rifilato una indicazione sbagliata! Buio, freddo, nevischio… poi finalmente, eureka! Trovato! Sono già pronta con il discorso:”Scusate, non ho il passaporto perché sono un’idiota e posso mostrarvi solo una foto del mio documento che ho sullo smartphone”. Ma non me lo chiedono. Gentilissimi, test effettuato, in mezz’ora il risultato per email. Thanks!

Trascorro un’altra mezz’ora di giri a vuoto prima di ritrovare la stazione ferroviaria e dadadanghete! Con che cosa compro il biglietto del treno se i soldi son tutti nello zaino perduto? Ma la sorte, non del tutto avversa, ha voluto che, ad inizio viaggio, dopo aver collezionato il biglietto del treno per Heathrow, lasciassi in tasca la carta di credito e una Postepay. Il primo pensiero è stato: “Mettile nello zaino che altrimenti le perdi.” Poi mi son detta: “Ma no che non le perdo, lasciamole in tasca.” Cosa buona e giusta! Già mi immaginavo come una barbona ad elemosinare penny sotto la neve in un’aeroporto deserto. E quando le avrei trovate 12 sterline??? E’ vero, come dice la mia amica Emanuela di Londra, che potevo chiedere a lei di acquistare on line il biglietto del treno per me. Questa è una delle grandi invenzioni della tecnologia. C’è qualcuno che lo può fare per te, sempre che tu abbia a disposizione un telefono per comunicare e non abbia dimenticato sul sedile di un treno anche quello! In ogni caso, grazie alla carta di credito rimasta in tasca, ho potuto pagare anche il Covid test: 50 sterline. Si poteva pagare solo al momento e solo con carta. In questo caso, nessuno avrebbe potuto aiutarmi.

Facciamola breve. Arrivo alla tanto agognata stazione sopracitata, mando un messaggio al gentiluomo Altin, dicendo che sono arrivata all’appuntamento, ma tutto tace… di nuovo il gelo! Decido di chiamare. Finalmente risponde e mi dice che sta arrivando. 

Credevo di incontrare un signore attempato, ma già dal tono di voce al telefono capisco che è giovane e straniero (certo che è straniero, stupida, sei in Inghilterra). Ecco, lo vedo, cioè vedo il mio zainetto sulle spalle di uno sconosciuto: è lui! E’ un giovanotto, senz’altro molto più giovane di me: mi restituisce lo zaino rassicurandomi più volte che c’è tutto dentro. Io rimango senza parole dalla felicità. Mi domanda di dove sono, gli fa piacere di sapere che sono italiana e poi asserisce con orgoglio che lui viene dall’Albania, con un pizzico di soddisfazione in più per aver aiutato una stranger like him.

Grazie stragrazie! Insiste che va bene così e scompare nel buio.

Lo ammetto, un piccolo dubbio l’ho avuto… non ho controllato il contenuto dello zaino davanti a lui… pensavo alle passwords, a tante cose private scritte nei miei taccuini, e a tutti i soldi che non avevo certo contato prima di metterli in borsa. Lui prima di trovare il numero di telefono di David deve aver guardato dappertutto. Però, quando ho memorizzato il suo numero di telefono su una app di messaggistica, sul suo profilo è apparsa la foto di un bambino. Sicuramente mi posso fidare. Forse avrei dovuto dargli qualcosa? Forse sì. Faccio sempre in tempo… ho ancora il suo numero di telefono. 

Totalmente infreddolita, frastornata e ancora incredula per come sono andate le cose, torno al binario, aspetto per la seconda volta il treno per Heathrow… buio, freddo, non si vede un’anima… il naso mi duole perché quei tamponi me li hanno infilati fino al cervello! Ricevo l’email in cui si legge che il risultato del mio test è disponibile sul mio account del sito Collinson. Mi loggo in, ma non vedo nulla… dov’è il risultato??? Cosa gli racconto domani a quelli dell’Alitalia? Già so che dovrò litigarci per portare la valigia con fotocamere, lenti e portatile in cabina. Provo e riprovo, nulla! 

Nel frattempo il treno arriva all’aeroporto, e questa volta scendo con lo zainetto sulle spalle. Il treno potevo pure non pagarlo che tanto nessuno controlla… i varchi son tutti aperti. Ma onestà, prima di tutto.

Ho imparato la strada, arrivo diretta in albergo, finalmente. 

Il ragazzo alla reception, gentilissimo, mi chiede come è andata. Io gli mostro fiera lo zaino! E anche il passaporto! Iniziamo una piacevole conversazione, lui si chiama Assad, parla perfettamente italiano. E’ nato in Italia, ad Arezzo. Il papà ha gestito una azienda metalmeccanica per 25 anni, ma poi le cose non sono più andate bene e hanno dovuto vendere tutto per trasferirsi a Londra. Studia. Dice che dell’Italia gli manca lo stile di vita e il sole… e in questo ha ragione, sto morendo di freddo e ho fame. Sono le nove di sera.

Arrivo in camera, è senza finestre. Non importa. Mi sento al sicuro. Penso ancora a quanto successo oggi, ho la sensazione di aver assistito ad un miracolo. Sappiamo benissimo quanto sia difficile trovare persone veramente oneste. Ma ci sono, fortunatamente ESISTONO!

GRAZIE INFINITE ALTIN!

Il mio tesoro!

Riesco finalmente a leggere il risultato del test sull’iPad: negativo.

Ho mal di testa, ma per fortuna ho recuperato le mie pasticche nello zaino. È tutto per oggi. E mi sembra abbastanza, non è vero?

Domani si vola!

Robin- Devon © Antonella Papa
Here’s a Robin!

For my friends abroad: I will write blog posts in English too. I hope to be able to write in both languages soon! Thanks for following!

Keep safe!

1 thought on “Viaggio della speranza #1

  1. […] e un altro zainetto del peso di 2 kg (che spero di non dimenticare da nessuna parte vista la mia precedente esperienza!). Ora mi aspetta una notte di tutto riposo in un super economico non lo definirei nemmeno albergo […]

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