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The good Viking.

L’attesa è stata lunga ma finalmente il mio tanto sospirato viaggio alle isole Orcadi sta per diventare realtà. Ho temuto sino all’ultimo istante di non poter essere in grado di partire, ma la mia determinazione è stata più forte di tutte le difficoltà incontrate.

Ricapitolando: Passenger locator form per il Regno Unito compilato; test antigenico rapido eseguito, ovviamente negativo; costoso kit con un doppio test Covid19 da effettuare il secondo e l’ottavo giorno della quarantena prenotato, obbligatorio per chi proviene da una ‘amber country’ quale noi siamo per l’UK; parcheggio per l’auto per un mese circa nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino prenotato; due voli British Airways prenotati; soggiorno di una notte in Aberdeen perché non esistono voli in coincidenza con la partenza della nave, prenotato; viaggio in treno da Aberdeen ad Inverness e da Inverness a Thurso perché non c’è posto sulla nave che porta direttamente alle isole, prenotato; posto sulla nave della stessa compagnia che parte da Scrabster, un paio di miglia da Thurso, e arriva a Stromness, isole Orcadi, prenotato! Una notte a Kirkwall, cittadina principale della mainland, grazie alla sempre cordiale ospitalità del mio carissimo amico John, pianificata; traghetto per Westray, la mia isola del cuore, prenotato! Me la cavo con tre giorni di viaggio, non è male, poteva andare peggio!

Un momento! C’è da fare una rettifica. Grazie a David sono riuscita a trovare all’ultimo momento un posto sulla nave diretta a Kirkwall da Aberdeen, così posso fare a meno dei due faticosi viaggi in treno. Voglio ringraziare anche Alexander, Customer Services Manager della NorthLink, per la generosa disponibilità.

Uff! Giorni trascorsi a pianificare tutto questo, con l’ansia che un contrattempo possa all’ultimo istante sconvolgere tutto… ed è facile che capiti, ormai ci sono abituata. Infatti neanche a farlo apposta ho appena ricevuto la notizia che la British Airways ha cancellato tutti i voli pomeridiani diretti da Londra Heathrow a Roma per il mese di agosto, così nel mio viaggio di ritorno sarò costretta a trascorrere una notte in aeroporto (una storia già vissuta) e imbarcarmi su l’unico volo disponibile per Roma la mattina seguente.

Anyway, la prima parte del viaggio è filata liscia come l’olio! Raggiungo con successo Aberdeen dopo due voli senza grandi complicazioni, se non consideriamo le due ore buone trascorse al controllo passaporti tra un volo e l’altro. All’uscita del terminal il bus 727 che ti porta in città è già pronto per partire. Mi trascino letteralmente a bordo con i miei pesanti bagagli, una grande valigia di appena 23 kg, uno zaino in spalla colmo di attrezzatura fotografica, laptop e hard disks vari, di soli 11 kg, e un altro zainetto del peso di 2 kg (che spero di non dimenticare da nessuna parte vista la mia precedente esperienza!). Ora mi aspetta una notte di tutto riposo in un super economico non lo definirei nemmeno albergo di quarta categoria, vicino al terminal del traghetto che mi porterà alle Orcadi. MV Hrossey è il nome di una delle navi della mitica compagnia NorthLink Ferries che collega la Scozia continentale con gli arcipelaghi settentrionali di Orkney e Shetland. Quanto adoro quel vichingo!

The day after: sabato 17 luglio. Un caldo incredibile! Troppo per me che sono fuggita dagli oltre 30° di Roma. A fatica mi trascino con i pesanti bagagli al terminal per il check in. Ma il più è fatto! Sono finalmente a bordo della nave con largo anticipo! Per le undici di stasera approderò a Kirkwall. Un sogno!

Sono la prima a salire sul ponte superiore della nave e vado all’assalto del posto migliore, fotocamera alla mano nel caso fortuito che qualche delfino o cetaceo decida di sorprenderci con qualche evoluzione a pelo d’acqua durante il tragitto.

Ora sono in pieno relax e mi crogiolo al sole distesa sui sedili come una foca spiaggiata. La temperatura è di oltre 24°, incredibile. Ne devo approfittare perché non credo che troverò giornate così soleggiate sull’isola. Perderò la mia bella abbronzatura conquistata nelle ultime settimane sulle bollenti spiagge vicino Roma. Arriverò ‘bronzata’, tornerò a casa ‘sbronza’! Battute a parte, tornerò a casa ebbra di tanta sublime bellezza, di natura selvaggia e di paesaggi dai colori intensi che ti colmano di meraviglia e di infinito il cuore e l’anima.

Abbiamo lasciato alle nostre spalle il porto di Aberdeen da appena un’ora, il sole è radioso più che mai, nonostante siano le sei del pomeriggio. Continuo a sbirciare da ogni lato del ponte ma di delfini e affini vari neanche l’ombra però.

Ad un certo punto vedo qualcuno dell’equipaggio salire sul ponte e dare un’occhiata in giro, come per controllare qualcosa. Non ne capisco esattamente il motivo, ma dopo circa cinque minuti la nave improvvisamente effettua una virata, si inclina sul lato sinistro per due volte e punta verso la costa. Una manovra simile alle virata dell’aereo che, nonostante i miei innumerevoli viaggi, riesce ancora ad incutermi timore… con la nave non mi era mai capitato, se sbagli velocità e inclinazione ti rovesci e fai la fine della Costa Concordia! Le poche persone presenti sul ponte restano attonite, me compresa, non comprendendone il motivo. Confesso però che per un istante mi è sembrato come di essere su una giostra e mi dispiace non aver filmato l’avvenuto. Manovra ovviamente perfetta, nulla da eccepire al riguardo!

Dall’annuncio del capitano riesco solo a capire ‘catamarano’ e ‘vediamo cosa sta succedendo’. Tutti i passeggeri si riversano su un lato della nave per sbirciare l’avvenimento. Un mezzo di salvataggio veloce parte dalla nave e si dirige verso un punto preciso tra la nave e la costa. Finalmente li vedo: un catamarano rovesciato su un lato e due uomini in piedi aggrappati al fondo di questo.

Nell’istante in cui la lancia di salvataggio arriva vicino ai due malcapitati, il catamarano scuffia, e uno dei due cade in acqua. Mentre il tipo in acqua nuota verso la lancia e sale a bordo di questa, un’altra piccola imbarcazione di un pescatore si dirige verso l’altro uomo in difficoltà che si trova ancora aggrappato al catamarano. Sulla scena sopraggiunge anche la guardia costiera marittima.

Saggia decisione quella di indossare una muta subacquea! Nonostante il caldo straordinario della giornata, il mare intorno alla costa è freddo tutto l’anno. Finalmente i due uomini stanchi e provati dall’accaduto salgono a bordo della piccola imbarcazione che li riporta sulla costa sani e salvi! La scialuppa della MV Hrossey fa il suo ritorno a bordo della nave accompagnata dal fragoroso applauso di noi passeggeri. Nel frattempo visto che la fotocamera era pronta per ogni evenienza, scatto qualche foto. Al posto dei delfini, abbiamo un reportage di un intervento di salvataggio. Fantastico! Arriviamo a destinazione con circa un’ora di ritardo, ma non ci dispiace. Essere testimoni di tanta solidarietà in occasione di eventi straordinari che siano di grande o piccola necessità, ti scalda il cuore. Sono esempi che trasmettono fiducia e infondono un genuino sentimento di conforto, e dissolvono quel senso di solitudine che si annida a volte nei remoti angoli del nostro animo di noi che viviamo in grandi città.

Un caloroso grazie al comandante e all’equipaggio della MV Hrossey per il rapido intervento e per il supporto in sicurezza dell’operazione di salvataggio del catamarano capovolto. E grazie anche per aver manovrato la nave con estrema abilità e sicurezza per noi passeggeri! Evviva il buon Vichingo!

Decido di inviare foto e racconto alla redazione del giornale locale The Orcadian ed ecco qui la notizia pubblicata! Certo non so quanto me la sia cavata con la mia testimonianza in inglese… spero bene! 🙂

A conclusione della storia e for all my friends, here’s a Puffin!

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